Astrocitoma subependimale a cellule giganti nella sclerosi tuberosa: trattamento con Everolimus
La resezione neurochirurgica rappresenta il trattamento standard dell’astrocitoma subependimale a cellule giganti in pazienti con sclerosi tuberosa complessa, ma Everolimus ( Afinitor ) potrebbe rappresentare un trattamento alternativo, dal momento che il farmaco inibisce il bersaglio della rapamicina nei mammiferi, una proteina regolata dai prodotti dei geni coinvolti nella sclerosi tuberosa complessa.
I pazienti di età uguale o superiore a 3 anni con crescita seriale di astrocitomi subependimali a cellule giganti sono stati considerati idonei per uno studio in aperto nel quale l’endpoint primario di efficacia era il cambiamento nel volume degli astrocitomi subependimali a cellule giganti dal basale a 6 mesi.
Ai pazienti arruolati ( n=28) è stato somministrato Everolimus per via orale alla dose di 3 mg per metro quadrato di superficie corporea, per raggiungere una concentrazione minima compresa tra 5 e 15 ng per millilitro.
La terapia con Everolimus è risultata associata a una riduzione clinicamente significativa del volume dell’astrocitoma subependimale a cellule giganti, come attestato dalla valutazione di una revisione centrale indipendente ( P<0.001 per basale vs 6 mesi ), con una riduzione almeno del 30% in 21 pazienti ( 75% ) e almeno del 50% in 9 pazienti ( 32% ).
Riduzioni marcate sono state osservate entro i 3 mesi e si sono mantenute nel tempo, mentre non si sono manifestate nuove lesioni, peggioramento dell’idrocefalo, segni di aumento della pressione intracranica o necessità di resezione chirurgica o altra terapia per l’astrocitoma subependimale a cellule giganti.
La frequenza delle crisi nei 6 mesi del periodo di studio ( versus il precedente periodo di 6 mesi ) è diminuita in 9 dei 16 pazienti per i quali era disponibile un’elettroencefalografia video di 24 ore, non è cambiata in 6 ed è aumentata in 1 ( cambiamento mediano: -1 crisi; P=0.02 ).
Il punteggio medio al questionario validato Quality-of-Life in Childhood Epilepsy questionnaire ( nel quale i punteggi possono variare da 0 a 100, con punteggi più alti che indicano una migliore qualità di vita ) è migliorato a 3 mesi ( 63.4 ) e a 6 mesi ( 62.1 ) rispetto al punteggio basale di 57.8.
Sono stati riportati singoli casi di eventi avversi di grado 3 legati al trattamento: sinusite, polmonite, bronchite virale, infezione dei denti, stomatite e leucopenia.
In conclusione, la terapia con Everolimus è risultata associata a una marcata riduzione nel volume dell’astrocitoma subependimale a cellule giganti e nella frequenza delle crisi e potrebbe rappresentare una potenziale alternativa alla resezione neurochirurgica in alcuni casi, ma al momento sono necessari altri studi. ( Xagena_2010 )
Krueger DA et al, N Engl J Med 2010; 363: 1801-1811
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