Emoglobinuria parossistica notturna: Ravulizumab, il primo inibitore del complemento C5 a lunga durata d'azione


Ravulizumab ( Ultomiris ) trova indicazione nel trattamento dei pazienti adulti affetti da emoglobinuria parossistica notturna ( EPN ) con emolisi con sintomi clinici indicativi di elevata attività della malattia, e anche per pazienti adulti clinicamente stabili dopo essere stati trattati con Eculizumab ( Soliris ) per almeno gli ultimi sei mesi.

Ravulizumab è il primo e unico inibitore del complemento C5 a lunga durata d'azione, che offre sicurezza ed efficacia comparabili a quelle di Eculizumab con infusioni ogni 8 settimane rispetto a quelle ogni 2 settimane.

L'emoglobinuria parossistica notturna è una malattia del sangue ultra-rara e debilitante, caratterizzata dalla distruzione mediata dal complemento dei globuli rossi ( emolisi ) e dal rischio di trombosi, che possono verificarsi in tutto il corpo e provocare danni agli organi e morte prematura.
Può colpire uomini e donne di tutte le razze, origini ed età senza preavviso, con un'età media di insorgenza intorno ai 30 anni.
L'emoglobinuria parossistica notturna spesso non viene riconosciuta, con ritardi nella diagnosi che vanno da 1 a più di 5 anni.
La prognosi della emoglobinuria parossistica notturna può essere scarsa in molti casi, quindi una diagnosi tempestiva e accurata, oltre a un trattamento appropriato, è fondamentale per migliorare i risultati dei pazienti.

In due studi condotti su adulti, Ravulizumab ha mostrato un’efficacia pari a Eculizumab nel ridurre il degrado degli eritrociti e nell’ovviare alla necessità di trasfusioni nei pazienti con emoglobinuria parossistica notturna.

Nel primo studio, 246 pazienti affetti da emoglobinuria parossistica notturna che in precedenza non erano stati trattati con un inibitore del complemento, come Eculizumab, hanno assunto Ravulizumab o Eculizumab.
Dopo 6 mesi di trattamento, sono stati osservati benefici simili in entrambi i gruppi e per due terzi o più dei pazienti ( 74% di quelli trattati con Ravulizumab e 66% con Eculizumab ) non è stato necessario procedere a trasfusioni di emazie.
Inoltre, circa la metà dei pazienti di entrambi i gruppi aveva raggiunto livelli ematici normali dell’enzima LDH.

Nel secondo studio condotto su 195 pazienti affetti da emoglobinuria parossistica notturna che non presentavano sintomi dopo almeno 6 mesi di trattamento con Eculizumab, i pazienti hanno proseguito il trattamento con Eculizumab oppure sono passati a Ravulizumab.
La variazione dei livelli ematici di LDH dopo 6 mesi di trattamento era simile nei 2 gruppi.
Inoltre, nessuno dei pazienti trattati con Ravulizumab ha avuto una riacutizzazione dei sintomi durante questo periodo, rispetto ai 5 pazienti che avevano proseguito il trattamento con Eculizumab.

Un terzo studio in corso ha mostrato benefici analoghi di Ravulizumab in 13 pazienti di età compresa tra 9 e 17 anni che non erano stati trattati in precedenza con un inibitore del complemento o erano stabilizzati da una terapia con Eculizumab.
Dopo 6 mesi di trattamento, 3 dei 5 pazienti non-trattati in precedenza e 4 degli 8 pazienti già trattati in precedenza con Eculizumab presentavano livelli normali di LDH.
In aggiunta, 3 dei 5 pazienti precedentemente non-trattati e tutti gli 8 pazienti precedentemente trattati non hanno necessitato di trasfusioni di sangue durante il trattamento. ( Xagena2022 )

Fonte: AIFA, 2022

Xagena_Medicina_2022