Le catene leggere libere circolanti come marcatore prognostico


L’amiloidosi AL è una malattia dalla presentazione clinica molto eterogenea, che dipende dagli organi che sono coinvolti e dall’entità del danno.
Accanto a soggetti a prognosi molto buona, che possono avere una sopravvivenza relativamente lunga anche se non rispondono alla terapia di prima linea, vi sono pazienti con malattia avanzata che purtroppo nella maggior parte dei casi non sopravvivono abbastanza a lungo perché le terapie oggi disponibili possano avere effetto.

Per questo motivo, la stratificazione prognostica dei pazienti con amiloidosi AL è fondamentale, sia per permettere di personalizzare l’intervento terapeutico sulla base delle esigenze di ciascun paziente, sia per interpretare i risultati delle sperimentazioni cliniche.

Il principale fattore che determina la sopravvivenza dei pazienti con amiloidosi AL è il danno cardiaco.
La gravità della disfunzione del cuore si valuta in modo molto accurato per mezzo della misurazione dei peptidi natriuretici, in particolare la porzione ammino-terminale del peptide natriuretico di tipo B ( NT-proBNP ), e delle troponine cardiache ( cTn ) misurate con metodi convenzionali o dotati di più alta sensibilità.

Questi marcatori possono essere combinati in un semplice sistema di stadiazione che permette di dividere i pazienti in tre gruppi di soggetti a rischio basso, intermedio e alto, questi ultimi con una sopravvivenza mediana di appena 4-8 mesi.

Anche se molto efficace, questo sistema tiene conto soltanto del danno d’organo e non delle caratteristiche del clone amiloidogenico.
In particolare, è ragionevole pensare che la sopravvivenza a breve termine sia influenzata principalmente dal danno cardiaco avanzato, mentre a lungo termine acquistino peso le caratteristiche del clone.
E' noto da tempo che marcatori legati al clone come il labeling index delle plasmacellule midollari e la conta delle plasmacellule circolanti sono indicatori di sopravvivenza nell’amiloidosi AL.

Tuttavia, il modo più immediato per studiare il clone è misurare la concentrazione del precursore amiloidogenico, rappresentato dalle catene leggere libere circolanti ( FLC ).

Il gruppo della Mayo Clinic ha dimostrato che la differenza tra la concentrazione delle catene leggere libere circolanti amiloidogeniche e di quelle non.amiloidogeniche ( dFLC ) è un marcatore prognostico indipendente nell’amiloidosi AL.

In un'altra casistica, i pazienti in cui dFLC è superiore al valore mediano ( 180 mg/L ) hanno una sopravvivenza più breve.

Recentemente, i ricercatori della Mayo Clinic hanno incorporato dFLC nel sistema di stadiazione basato sui marcatori cardiaci, dimostrando che in questo modo è possibile migliorare il potere di discriminazione distinguendo quattro gruppi con sopravvivenza diversa.

Questi risultati sono stati riprodotti in un'altra casistica, dove i pazienti in stadio 4 hanno una sopravvivenza mediana di poco più di 3 mesi.

Dati recenti hanno mostrato che anche il nuovo metodo di misurazione delle catene leggere libere circolanti basato su anticorpi monoclonali fornisce informazioni prognostiche e può essere integrato nel sistema di stadiazione insieme ai marcatori di danno cardiaco, ma con un livello decisionale leggermente diverso ( 165 mg/L ). ( Xagena_2013 )

Fonte: Biochimica clinica, 2013

Xagena_Medicina_2013